Martedì 19 giugno - Sosta a Dogubayazit Questa mattina ci alziamo presto perché vogliamo recarci sul Passo Cilli Gecidi nelle prime ore del mattino così da evitare il vento freddo che presumiamo, vista l’altitudine, possa alzarsi di pomeriggio, anche in considerazione che non abbiamo indumenti molto pesanti da metterci. Ci alziamo e l'aria è più tiepida di quanto ci aspettassimo, c'è un bel sole e decidiamo di fermarci un giorno al campeggio per fare delle belle passeggiate tra questi monti, visto che siamo venuti fino a qua con un viaggio abbastanza stressante per via della strada, la stessa che faremo al ritorno. L’aspettativa di una sosta per goderci questi panorami e per passare una giornata in relax aumenta ancor di più la soddisfazione di essere qui. Usciti dal camper ci accorgiamo che su un cocuzzolo di monte sopra al campeggio c'è una grande costruzione, cerchiamo nella guida del Touring e scopriamo che è l'Ishak Pasa Sarayi, edificio del XVII sec. residenza estiva di un Emiro curdo. Mettiamo le scarpe da ginnastica perché seguiamo il sentierino che parte proprio dal campeggio, (ma vi è anche una strada piastrellata), subito sentiamo dei suoni strani e vediamo poco lontano uno scoiattolo di terra in posizione di sentinella, salendo ci accorgiamo che ce n’è una vera colonia e che se non facciamo rumore camminiamo in mezzo a loro, il terreno è tutto una tana. Riusciamo anche a fotografare una coppia in vena di effusioni, che si accoppia, rotola come un'unica pallina nell'erba, e si fa le coccole. In 10 minuti arriviamo all'edificio e restiamo a bocca aperta per la sua bellezza, ci sono molti operai al lavoro per ristrutturarlo (proprio un buon restauro). Paghiamo 5 lire a testa e visitiamo tutta l'ala destra, la sinistra la intravediamo perché ci stanno lavorando, il palazzo si trovava sulla Via della Seta e possedeva 366 stanze, delle quali 24 riservate all’Harem, oltre ad un Caravanserraglio per i viaggiatori ed a una moschea (che non abbiamo potuto vedere perché in restauro); molte stanze sono intatte e l'interno è molto ben conservato, rende bene l'idea della vita di un sultano; tutto il palazzo è finemente decorato con bassorilievi che il color ocra rende ancora più suggestivi. Un centinaio di metri più su, la strada conduce ad una moschea e da qui, arrampicandosi un po' perché la traccia di sentiero è in ghiaino scivoloso, si arriva ai resti delle fortificazioni difensive. Decidiamo di proseguire e vedere dove porta la strada, che finisce poco dopo con un'area pic-nic dove ci sono molte famiglie curde. Durante il relax pomeridiano si alza il vento ma il sole scalda e così decidiamo di andare in escursione seguendo tracce di sentiero, troviamo i resti di un grande cimitero e di quello che secondo noi poteva essere un paese, forse distrutto da un terremoto. Durante il ritorno percorriamo una strada sterrata ed incontriamo diverse macchine di giovani curdi che procedono in senso opposto e che si fermano per salutarci e chiederci se vogliamo che ci accompagnino a destinazione, sono molto gentili ma noi preferiamo terminare la passeggiata, anche perché il vento si è calmato e si sta bene. Ci godiamo il tramonto del sole e poi una meritata cena.
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Gallerie fotografiche
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