Lunedì 14 luglio - Partenza ore 8,15
Anche oggi
alzataccia per la vita ai siti archeologici di Micene e Tirinto. In
mezz'oretta arriviamo a Micene dove riusciamo a parcheggiare sotto
l'unica striminzita ombra di un alberello (N 37° 43' 48” E 22° 45' 15”)
e ci avviamo alla visita (€ 16,00 x 2 persone), c'è pochissima gente, il
percorso è cementificato, il che toglie fascino al sito, certe parti
sono chiuse e, a parte la bella Porta dei Leoni e le due tombe, il sito
non si rivela interessante perchè rimangono solo le basi delle antiche
strutture. Il piccolo museo espone invece dei bei reperti. Uscendo ci
fermiamo per la visita alla tomba di Agamennone, che è in un'area
diversa dal sito. Ci dirigiamo ora a Tirinto, a circa 20 km verso
Nafplio, parcheggiamo anche qui sull'unica piccola ombra (N 37° 36' 03”
- E 22° 47' 57”)(€ 6,00 x 2 persone). Il sito è molto piccolo e c'è
veramente poco da vedere a parte le mura ciclopiche, vi sono operai al
lavoro per puntellare quanto rimasto. Non ci viene data neanche una
piantina e mancano totalmente le tavole esplicative. In definitiva se
Micene riesce a darti qualche stimolo con le sue tombe e la porta,
Tirinto si può anche evitare. Stanchi ed accaldati ci concediamo un bel
bagno prima di pranzo, ci spostiamo di circa 20 km a Kondili (N 37° 31'
42” - E 22° 56' 15”) dove vi è una vasta spiaggia di sassetti e si può
sostare proprio a ridosso del mare. L'acqua è limpidissima e a pochi
metri dalla riva si nuota già in acque profonde. Verso le 16.00
ripartiamo alla volta di Didima, circa 50 km dalla spiaggia, dove vi
sono delle strane caverne. Il percorso è prettamente montano con un
continuo saliscendi, incontriamo solo qualche paesetto con 2 0 3 case e
finalmente arriviamo alla small and big caves (N 37° 38' 10” - E 23° 10'
02”), si arriva proprio affianco all'ingresso della small cave, mentre
per accedere alla big cave si deve percorre 500 metri di strada sterrata
(sconsigliata ai nostri veicoli). Arrivati al parcheggio vediamo il
bordo di questo buco enorme sulla terra proprio davanti a noi; scendiamo
la scaletta scavata sottoterra e percorriamo un breve corridoio e
sbuchiamo all'interno del “buco” a circa metà altezza. Tutto intorno a
noi, a 360 gradi abbiamo delle alte mura di terra e roccia e il fondo è
ricoperto da una rigogliosa vegetazione. Fa una certa impressione vedere
questa voragine poiché non è facile dare una spiegazione del fenomeno.
Facciamo tutto il giro e vediamo che sono state ricavate due chiesette
nella roccia. Sempre più perplessi ci rechiamo a vedere anche l'altro
“buco”, molto più grande, questo con le pareti rocciose ma meno
spettacolare perchè in cerchio non ha la stessa profondità su tutta la
circonferenza, la parte lato strada è poco profonda ed il fondo è piatto
con sassi ed erbaccia, il lato opposto molto alto sembra essere stato
tagliato di netto con perfetta forma circolare. Si riprende la marcia
con destinazione Epidauro, quando arriviamo al bivio per il sito (N 37°
35' 52” E 23° 03' 31”) ci fermiamo al distributore con annesso
bar-ristorante che ci offre la possibilità di parcheggiare per la notte
nell'ampio piazzale recintato. Ceniamo in questo bell'ambiente e
spendiamo poco (€ 25,00 x 2), il gestore è molto cordiale e ci offre,
oltre all'antipastino, anche le sue deliziose mousse con yogurt. |
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