Domenica 17 giugno -
Partenza ore 9.25
Ci alziamo alle 7.30 per riordinare il camper e procedere alle solite
operazioni in uscita dal campeggio. Partiamo e percorriamo la 360 che
porta anche al Nemrut, poi la strada prosegue verso il lago Ataturc di
cui l'Eufrate è emissario. Per evitare di tornare indietro fino a
Malatya, decidiamo di traghettare sull’Eufrate, pur con il timore di
trovare un accesso al ferry difficoltoso per il nostro camper che ha la
coda lunga e bassa. Arrivati sulla riva troviamo subito il ferry-boat in
partenza (25 lire), l’accesso anche se sterrato non da problemi, dopo
una quindicina di minuti attracchiamo e per sbarcare gli addetti spalano
sotto le ruote della ghiaia e terriccio per evitare che la coda del
camper tocchi terra, abbiamo due ali di curiosi che assistono alle
manovre. La strada per arrivare a Diyarbakir è tutta un cantiere. Questa
città è fin dall'antichità un importante nodo di comunicazione grazie
alla sua posizione ed alla presenza del Tigri. Fa molto caldo e
parcheggiamo al sole a fianco delle mura all'ingresso della città
vecchia. Visitiamo l'interno di una delle 72 torri di guardia, ora
trasformata in bar, che si trova lungo la cinta muraria in origine di
5,5 km.,quindi entriamo nella città vecchia e percorriamo il viale
principale, qui non devono esserci spesso stranieri perché ci guardano
con curiosità, giriamo un po' per il gran bazar, come sempre i colori e
l'esposizione della merce ci affascina. Un signore anziano curato
nell'aspetto e nei modi, esce da una moschea con in mano un frutto e,
incrociandosi con Roberto glielo offre con un sorriso molto gentile,
Roberto resta interdetto così questi glielo mette in mano con
un'espressione alla quale non si può resistere, è un bel gesto che dice
più di molte parole. Ci addentriamo nelle viuzze della città e vediamo
la vecchia moschea ed il minareto, ci fermiamo a mangiare in un locale
non turistico, mangiamo bene e spendiamo molto poco, il locale è pulito
ed il personale gentile e veloce (dote rara in questo paese), dopo aver
pagato ci profumano le mani spruzzandoci del liquido da una ampollina
(la stessa cosa è successa anche al distributore). Girovaghiamo ancora
un po' facendo attenzione a non perdere l'orientamento, vediamo il
Caravanserraglio, adibito ad albergo, e torniamo velocemente in camper
perché temiamo che la gatte soffrano troppo il caldo, per fortuna avendo
chiuso tutte le tende la temperatura all'interno è accettabile. Uscendo
dalla città, facciamo rifornimento e il benzinaio è molto cordiale e ci
regala tre scatole di fazzolettini. Ora ci rimettiamo in moto con
destinazione il lago di Van; la strada peggiora notevolmente,
percorriamo diversi tratti sterrati molto lunghi, altri con ogni sorta
di buchi e dossi, con catrame, ghiaino e non si sa cos'altro, sembra che
il camper si debba aprire in due da un momento all'altro. Alla fine ci
accorgiamo che la povera Habibi ha vomitato tantissimo ed è tutta
scombussolata. Arriviamo a Tatvan sulle 20.00 e percorriamo tutto il
viale principale, è domenica e per giunta deve esserci una festa locale
perché la cittadina ha le luminarie e ci sono vari spazi dove la gente
canta e balla, cerchiamo un otopark ma non ne troviamo, le macchine e i
furgoncini sono parcheggiati ovunque, selvaggiamente, questo ci
costringe, a volte, a procedere a passo d'uomo e per la prima volta
alcuni bambini ci battono sul camper chiedono “Money”, questo non ci
lascia tranquilli circa una sosta libera in riva al lago per cui
preferiamo ritornare indietro e fermarci al primo distributore (N 38°
31.957 E 42° 18. 595) che vediamo chiedendo ospitalità per la notte, il
gestore ci indica dove metterci e ci prepariamo ad affrontare una
nottataccia. Ceniamo, ma siamo stanchi ed andiamo a letto presto, c'è
un forte vento che fa sbattere i rami dell'albero che è dietro il camper
in modo fastidioso.
Chilometri percorsi 377
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