Lunedì 11 giugno  - Partenza ore 10.45

Ci alziamo alle 7.45, ben riposati, per andare a visitare il sito prima del caldo, ma subito abbiamo la brutta sorpresa di trovare il museo chiuso per giornata di riposo, un po' delusi paghiamo il ticket per il sito (5 lire a persona) e rimaniamo sorpresi dai bei bassorilievi che ricoprono i resti delle mura dell'entrata principale al tempio: la porta della sfingi, all’interno vi è una antica necropoli dove vediamo una serie di tombe grandi e molto ben conservate, gli scheletri indossano la corona e monili d'oro, il corredo funerario è di pregio, con alcuni pezzi veramente belli. Girando per il sito troviamo un tunnel ancora intatto, che attraversa le mura lo percorriamo ed usciamo per un altro accesso. La visita vale una sosta comunque anche senza aver visitato il museo. Prima di ripartire andiamo al bar da Arinna per rendere le ciotole del cibo offertoci ieri, prendiamo un ottimo the e un souvenir, la signora ci mostra i funghi come quelli mangiati da noi. Ci rechiamo ad Hattusas, capitale degli Ittiti, uno dei siti più importanti dell’Anatolia, che dista una trentina di chilometri, fa molto caldo, il traffico è pressoché inesistente la strada è discreta. Il sito, che noi ricordiamo bene, è sempre molto affascinante, percorriamo i 5 chilometri che compongono l'area, in camper, fermandoci nelle piazzole predisposte per visitare le varie zone archeologiche, nonostante questo ci vogliono un paio d'ore per vedere tutto. Particolarmente interessanti le due porte ad arco, quella dei Leoni e quella ricostruita del Re con le sculture gigantesche in ingresso, anche qui vi è un tunnel, lungo 8 metri, che attraversa un terrapieno di enormi dimensioni eretto dagli ittiti a scopo difensivo ed i vari templi. I reperti rinvenuti duranti gli scavi si trovano nel piccolo museo all’ingresso del paese. Con lo stesso ticket ci rechiamo a Yazilikaya, 3 chilometri da Hattusa, principale luogo di culto ittita. Il sito consta di un tempio costruito tra pareti verticali di roccia dove sono scolpiti bellissimi bassorilievi risalenti a 3000 anni fa, è consigliabile visitarlo nelle ore di luce più intensa per poter apprezzare i particolari dei rilievi. Intanto si sono fatte le 14.30 e mangiamo nel parcheggio, dove ci viene offerto di andare a prendere un the e vedere tappeti della cooperativa curda-turca, noi rifiutiamo in quanto lo abbiamo già fatto nel precedente viaggio e ci mettiamo in marcia per Goreme, dove arriviamo alle 20.00 circa. La strada è stretta, con l'asfalto pieno di grandi buche e ricoperta di bitume ed uno strato di ghiaino che schizza ovunque, per fortuna il traffico è quasi assente, perché per evitare le buche bisogna correre quasi sempre contromano. Goreme è come la ricordavamo, solo più sfruttata turisticamente (maneggi, quadricicli, mongolfiere,...), ritroviamo lo stesso campeggio di allora: Goreme camping (25 lire a notte) e ci entriamo volentieri, non è cambiato molto, i bagni sono ristrutturati recentemente, è pulito e vi sono sia piazzole che un' area “libera” come piace a noi, ci posizioniamo sotto a tre begli alberi e vicino alla fontana, finalmente possiamo metter fuori tavolo e sedie e stare un po' in relax, la serata è molto umida e ci costringe a mangiare in camper, ma ad un certo punto usciamo per ammirare una stellata che non vedevamo più dai tempi del Marocco. Il campeggio è proprio confinante con l'area dei camini “delle fate” (pinnacoli di tufo) e godiamo di un panorama  meraviglioso, l'unico neo è che confina con una strada bianca dove ogni tanto passa una macchina (per fortuna raramente) e a volte solleva un po' di polvere.

Chilometri percorsi 251

 

Gallerie fotografiche

 

 

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